domenica 22 maggio 2016

Il viaggio di una vita - Parte 2: La Tasmania

Il viaggio di una vita - Parte 2: La Tasmania

Carlo Capotorto di Bergamo in viaggio per il mondo - Tasmania, Australia
La macchina da 800 dollari
Arrivato al Tasman House mi ritrovai a condividere la stanza con Mario, un pazzo del Trentino (credo fosse del trentino, non ricordo esattamente...). Quì passai molto tempo, é l'ostello più grande e bello dove io sia mai stato... o meglio, non è il più grande, ma sicuramente quello dove mi trovai meglio e, ancora una volta, mi sentii a casa. I proprietari dell'ostello, una giovane coppia con una simpaticissima bimba, divennero delle figure importanti e quasi amiche durante le settimane che seguirono. In quattro comprammo una macchina da 800 dollari (rivenduta poi, da bravi italiani, a mille dollari...) e iniziammo subito a lavorare in una fabbrica di bulbi; fu il lavoro più agghiacciante mai svolto lì. Gli olandesi proprietari della fabbrica ci mettevano di fronte a lunghi nastri trasportatori e, con il nostro bel pollice, dovevamo prendere il bulbo e spingere via il ciuffetto di peli alla sua estremità per poi rimettere il bulbo sul nastro. Terra ovunque, pollice sanguinante, schiena a pezzi. Il mio già citato fisico da criceto non resse più di una settimana, dopo di ché lasciai il lavoro e l'utilizzo della macchina agli altri; passai qualche tempo a non fare nulla e, passato il capodanno, mi lanciai sulla raccolta di lamponi. Mai scelta fu più azzeccata.

Mi svegliavo presto, salivo sul pulmino dell'ostello che ci portava alla farm e raccoglievo lamponi. Tenevo un sacchettino di lamponi spappolati che poi trasformavo in marmellata e scambiavo con frutta e verdura che altri raccoglievano in altre fattorie, ma ciò non fu il motivo per cui i lamponi cambiarono il corso del mio viaggio: incontrai una ragazza di Taiwan con la quale poi continuai il mio viaggio sin'oltre l'Australia. Dopo forse due settimane di frequentazione giornaliera ci trasferimmo in una camera doppia e da quel giorno dormimmo insieme per molti mesi. 

Carlo Capotorto di Bergamo in viaggio per il mondo - Tasmania, Australia
Le ostriche di fiume - Devonport, Tasmania
Terminato il periodo di raccolta dei lamponi mi buttai nella raccolta delle mele ma la mia schiena non resse molto e abbandonai dopo poco. Mi accordai con Dave, il padrone dell'ostello, per fare due ore di pulizia dei locali in cambio di free accomodation (in sostanza non pagavo la stanza) e riscoprii il valore del tempo libero. Talvolta a piedi talvolta in bicicletta girovagai per Devonport e scoprii le bellezze di questa piccola e spoglia città: di mattina presto le acque del fiume, non troppo distante da "casa", si abbassavano tanto da mostrare ostriche che, sovente, andavo a raccogliere per poi cuocere ed utilizzare come fossero cozze (ho fatto tante di quelle scorpacciate che non potete immaginare), Hsiü (la ragazza di Taiwan), lavorava in una fabbrica di verdura e spesso portava zucche, carote, zucchine e molta altra roba con la quale banchettare e incontrai tanti amici (tra i quali il giapponese Tomo, che poi venne a trovarmi a Bergamo durante il suo viaggio di nozze). Nello stesso periodo la maggior parte dei miei congegni elettronici decise di non funzionare più, così spedii a casa una scatola con il computer, il telefono e cose varie che oramai erano divenute inutili. 

Durante la mia permanenza in Tasmania ricordo particolarmente due episodi, oltre a ciò che già vi ho raccontato, che vale la pena citare: l'incontro con un alcolizzato locale ed il mio viaggio ad Hobart. Un giorno camminando verso Coles (il supermercato) sentii una voce gracchiante chiamarmi da un cortile: "Oi! Can ya help me mate?" (Hey, puoi aiutarmi amico?). Un vecchio, ma nemmeno troppo, consumato dall'alcol, stava cercando di sistemare il motore di una macchina parcheggiata nel cortile di casa sua. Senza pensarci due volte cercai di tradurre il linguaggio dell'indigeno e insieme passammo una mezz'ora a smadonnare con il motore senza combinare nulla, finché una volta stanco mi offrì di entrare in casa e bere qualcosa. Mi offrì vinaccio bianco dal cartone (piccola parentesi: in Australia, leggendo l'etichetta del vino in cartone, si può trovare facilmente la dicitura "May contains traces of milk and eggs" - "Può contenere tracce di latte e uova"... abbastanza disgustoso vero?) e poi si mise a cucinare qualcosa. Nel frattempo arrivarono alcuni suoi amici con un rinforzo alcolico e passai il pomeriggio e la sera a bere e mangiare con loro senza alla fine fare la spesa. Il giorno dopo raggiunsi il supermercato e passai al bottle shop (perdonate le mille parentesi ma mentre scrivo mi vengono in mente cose che magari è meglio spiegare e allora aggiungo dettagli... - in Australia non si possono comprare alcolici al supermercato, ci sono negozi apposta, chiamati bottle shop, dove solo mostrando un documento d'identità le persone possono acquistare alcolici) a prendere del vino e, al ritorno, mi fermai da lui a bere, questa volta a mie spese.

Carlo Capotorto di Bergamo in viaggio per il mondo - Tasmania, Australia
Il piccolo Wallabie puzzone
Il secondo episodio è un giro ad Hobart con un relocation campervan. Esiste la possibilità in alcuni paesi esteri di accordarsi con chi noleggia i camper per portargli un mezzo da una città ad un'altra entro un determinato periodo di tempo pagando un dollaro al giorno. Sì, un dollaro. Alla partenza viene fornito il mezzo con il pieno di benzina e così dovrà essere consegnato all'arrivo. Così partimmo da Devonport e vagammo un po' per la pussy island fino ad arrivare ad Hobart, sulla sponda opposta. Qui, riposando, vedemmo la pubblicità di un concerto all'orto botanico e decidemmo di andare a vedere; si trattava di un festival a pagamento con musica ed eventi. Una compagna di viaggio sudamericana notò che un buttafuori/controllabiglietti all'ingresso aveva fattezze latine e, con gran genialità, lo convinse a farci entrare gratis. Lì assistemmo al concerto di John Butler e ci fermammo per cena. 

Carlo Capotorto di Bergamo in viaggio per il mondo - Tasmania, Australia
Un barbecue in compagnia
Accaddero molte cose in Tasmania, tra degustazioni di formaggi, avvistamenti di pinguini selvatici, trekking e accarezzamenti di Wallabies (piccoli canguri grigi), visita alla Wineglass bay, cene con sconosciuti e giretti in barca; ma non vorrei tediarvi con tutti i dettagli, altrimenti poi se ci incontreremo di cosa mai potrò parlarvi? Vi svelerò però un fantatrucco valido con tutte le macchinette (che siano lavatrici o biliardi) dove bisogna inserire le monetine e spingere: prendete due o tre (dipende da quante monete servono) cotton fioc e togliete il cotone da una parte, inseritele nelle fessure per le monete e spingete piano il meccanismo; al momento giusto, quando cioè l'ingranaggio crede ci siano delle monete dentro, sfilate i cotton fioc e spingete fino in fondo. Funziona sempre. Occhio però a non lasciar dentro i bastoncini, altrimenti si blocca tutto e poi è un casino!

Questo mio viaggio sta diventando un misto tra una lunga vacanza ed un'esperienza lavorativa, a questo punto non ho ancora capito cosa niente della mia vita ma in qualche modo sto bene. Mi sto godendo ogni giorno, pensando soltanto a cosa potrò fare dopo, a cosa potrò vedere e scoprire. Il pensiero dell'emigrazione definitiva ancora aleggia nella mia mente ma non è più così devastante; ho scoperto il piacere dell'essere straniero in terra straniera e la semplicità di sentirmi a casa un po' ovunque. Non sto più viaggiando pensando soltanto al lavoro o a trovare un modo per fermarmi in Australia il più possibile, alla possibilità della cittadinanza e a tutte queste cose "materialmente burocratiche" ma sto vivendo. Semplicemente vivendo, ed è la cosa più bella. 

Torno per un secondo a parlare di come sia stata importante e decisiva la partenza in solitaria. Come accennato nella parte 1, del bel gruppetto che aveva sognato questo viaggio solo io alla fine partii, e se all'inizio avevo qualche titubanza poi il fatto di essere da soli è stato favoloso, perché quando sei da solo decidi per te stesso. Non hai legami di alcun tipo con nessuno, non devi giustificarti o aspettare gli altri, fai quello che vuoi tu, letteralmente. Per alcuni questo può sembrare ansiogeno ma per me è davvero bello. Quando viaggi e ti stanchi di una città ti sposti, se ti piace rimani finché vuoi, esci, dormi, bevi, mangi... sei solo tu che decidi il tuo destino e finché non mi sono ritrovato in questa terra lontana non avevo mai provato tanta libertà.

Detto questo poi iniziai a viaggiare con Hsiü ma la libertà non diminuì, perché entrambi eravamo backpackers, entrambi eravamo partiti soli ed in quei mesi eravamo follemente innamorati. Così prendemmo il traghetto e tornammo a Melbourne per fare un biglietto semestrale del treno con il quale viaggiare sulle due (2) tratte ferroviarie australiane. Prossima tappa Adelaide e poi su per Alice Springs e Darwin! Ma questo, miei cari lettori, sarà nel prossimo capitolo della rubrica.

A prestissimo!

Carlo "Charlie" Capotorto

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