domenica 31 luglio 2016

Il viaggio di una vita - Parte 8: La Cambogia

Il viaggio di una vita - Parte 8: La Cambogia

Ah, la Cambogia! Un altro paese, come i precedenti, del quale non conoscevo praticamente nulla, ma dopo tre settimane qualcosa cambiò. Trovai in Laos la pace, sia nei luoghi che nelle persone, mentre in Cambogia vi fu un mix di tranquillità laoissiana (dubito fortemente si dica così) e delirio vietnamita... ma così va la vita, non è sempre festa.

Fotografie di un viaggio durato circa un anno, qui sono in Cambogia
Cibo, cibo, cibo, cibo...
Passato il confine trovammo e convincemmo un tizio a portarci nella capitale per una manciata di dollari americani, fu una lunga traversata lungo strade quasi mai asfaltate per arrivare a Phnom Penh. Trovammo in questa città una grande metropoli, zeppa di persone in alcune zone, deserta in altre. Spostandoci sempre a piedi sbirciammo ogni angolo di ogni strada fino a trovare, come ormai di consueto, l'accomodation più economica vicina al centro. Il nome del posto ovviamente non lo ricordo (ma anche se lo ricordassi sarebbe sicuramente impronunciabile hehe), ma era a due passi da tutto quanto, incluso un f a v o l o s o mercato di cibo, presente a nostra fortuna tutti i giorni. Se dovessi postare ogni foto ed elencare ogni cibo strano che ho mangiato starei alla tastiera tutto il giorno, e i più di voi si annoierebbero a morte, ma ve lo giuro, tantissima roba strana, alcune cose ottime, altre disgustose. La cosa particolare di questo mercato era che il cibo, solido o liquido che fosse, veniva consegnato all'acquirente in un sacchetto di plastica! Si, avete capito bene. Ovviamente per il riso bianco, le verdure crude tipo la papaya salad e altre varie venivano utilizzati banalissimi sacchettini bianchi per la spesa, mentre per le cose liquide dei piccoli sacchetti trasparenti legati con uno spago. Solitamente il cibo da mercato consisteva in un sacchetto di riso, delle verdure sempre diverse, della carne (buona ma di dubbia provenienza) e talvolta anche un dolcetto; si mangiava bene, non c'è che dire.
Fotografie di un viaggio durato circa un anno, qui sono in Cambogia
Ready to go, sitting on my house

Fotografie di un viaggio durato circa un anno, qui sono in Cambogia
E le Fante?
Le strade non erano poi così diverse da quelle del Vietnam: piene zeppe di motorini e gente, fili, macchine, bici, cibo e paccottiglia... un delirio insomma, ma relativamente ordinate. Anche qui le parti della città adibite ai negozi erano inspiegabilmente banali, i venditori di un oggetto particolare sembravano tutti raggruppati per via o vicolo, in modo da farsi una concorrenza spietata, e questa cosa non l'ho mai capita. C'era la strada degli occhiali da sole, con sei o sette negozi che vendevano le stesse identiche cose, poi la via dei cappelli, delle scarpe, dei casalinghi, delle antichità, e così via. Una mossa commerciale che non ho mai capito.

Fotografie di un viaggio durato circa un anno, qui sono in Cambogia
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Fotografie di un viaggio durato circa un anno, qui sono in Cambogia
La maestosità dei templi
Un giorno, girovagando per la strada, ci imbattemmo in un'enorme rotonda che attirò la nostra attenzione. Sembrava un'isola da tanto era grande, proprio al centro di un oceano di automobili e scooter... guadammo il cemento per addentrarci nella vegetazione della rotonda e trovammo ad attenderci niente di meno che un elefante! Già! Sembrava li fermo, annoiato, in attesa di chissà quale turista o curioso che volesse farci un giro. Poco dopo una colonia di scimmiette venne a farci visita quando ci fermammo per il pranzo, sempre lì, ammirando la maestosità di quell'elefante dallo sguardo triste. E le scimmie, chi ne ha avuto a che fare confermerà, sono delle vere rompipalle.

Fotografie di un viaggio durato circa un anno, qui sono in Cambogia
Il tempio di Tomb Raider
Restammo nella capitale circa una settimana per poi dirigerci, in bus, verso Siem Reap, la città dove si trovano le famose rovine di Angkor Wat. Angkor what? Wat! Aaahhh... e che sarebbe? Se non lo sapete non ci rimango male, io per poco nemmeno sapevo dell'esistenza della Cambogia prima di capitarci dentro! Angkor Wat è un sito archeologico, un'accozzaglia di templi tutti relativamente diversi tra loro, costruiti verso l'anno 1100, che ora è l'attrazione turistica più famosa della zona... una Machu Picchu cambogiana per intenderci. Una figata se non che zeppa di turisti. 
Fotografie di un viaggio durato circa un anno, qui sono in Cambogia
Il tempio dalle mille facce!
Prendemmo un tuk tuk, fedelissimo mezzo di trasporto asiatico, per portarci fino all'entrata, pagammo il biglietto (già...) e, una volta dentro, decidemmo che avremmo girato tutto a piedi (che è una sfacchinata ragazzi, bellissimo eh, però piuttosto date qualche soldo al driver e fatevi scorrazzare, tra un tempio e l'altro a volte si cammina per chilometri...). Riuscimmo a goderci il sorgere del sole ammirando il tempio principale, poi a piedi ne visitammo molti altri, incluso quello stile Tomb Rider, una figata. Alcuni di questi Wat (templi) sono davvero giganteschi, non so se le fotografie rendono l'idea, ma ci si sente davvero piccoli immersi in quei luoghi così speciali, talvolta fatiscenti, ma realmente unici. 
Fotografie di un viaggio durato circa un anno, qui sono in Cambogia
Angkor Wat al sorgere del sole
Fotografie di un viaggio durato circa un anno, qui sono in Cambogia
Il tempio di Tomb Raider
Fotografie di un viaggio durato circa un anno, qui sono in Cambogia
Taiwanese dragon in Cambidia

Con i piedi doloranti e la sera ormai inoltrata rientrammo alla guesthouse e decidemmo che, da li a poco, saremmo andati in Thailandia. Beh, non c'è problema, abbiamo controllato su internet che per oltrepassare il confine non serve nemmeno il visto! Certo, per me non serviva il visto, ma per lei si, essendo Taiwan un paese non riconosciuto a livello internazionale. Prima di partire per la Thai però decisi per una mia consueta bizzarria: accanto alla guesthouse si trovava un giovane tatuatore, lo studio era sempre vuoto ma lui sembrava un ragazzo a posto e le attrezzature erano tenute in modo impeccabile. Contrattai un minimo il prezzo e poi decisi di farmi fare un dragone, in stile taiwanese, sulla gamba, da un cambogiano. Fu un tatuaggio interminabile, tutto in una seduta ovviamente perché non avrei avuto tempo di rateizzarlo... fortuna che anche in Cambogia hanno la Nivea. 

Fotografie di un viaggio durato circa un anno, qui sono in Cambogia
Giusto per rendersi conto degli spazi immensi...
Prendemmo dunque un bus che in qualche modo ci portò, sulle terribili strade non asfaltate e piene di buche, al confine della Thailandia. Lì scoprimmo l'amara realtà, io sarei potuto passare con tranquillità, senza problemi e senza pagare il visto, lei no. Tornammo allora indietro fino a Phnom Penh e, trovata l'ambasciata, ci fermammo lo stretto necessario per farle fare il visto e rifacemmo la traversata per raggiungere finalmente Bangkok. 

Il viaggio era ormai quasi terminato, così come i soldi a mia disposizione, ma le sorprese non sono ancora terminate! Per sapere come andò a finire dovrete aspettare l'ultima parte, continuate a seguirmi, presto l'ultimo capitolo del viaggio di una vita!

Keep reading!

Carlo "Charlie" Capotorto.

2 commenti:

  1. Ciao Charlie, grazie per il racconto!
    Io sono stata in India e noto molte somiglianze con quello che racconti, ad esempio i quartieri dei negozi divisi per strade ... =) Questa cosa l'ho trovata anche in Senegal e Gambia! Ed anche io non mi spiego il perché!

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    1. Grazie a te per la lettura!
      Si, questa cosa dei negozi tutti uguali l'ho vista spesso nei viaggi e rimane sempre un mistero...

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