domenica 17 luglio 2016

Il viaggio di una vita - Parte 7: Il Laos

Il viaggio di una vita - Parte 7: Il Laos

Carlo Capotorto di Bergamo in viaggio per il mondo - Laos
Backpackers
Ed ora arriva il Laos, la parte che per me sarà più difficile da raccontare perché ci ho lasciato un pezzetto di cuore. Non credo davvero che riuscirò a rendere giustizia, né con le parole né con le fotografie, ad un paese ed un popolo fantastico. Chissà se mi sono trovato così bene perché il Vietnam mi aveva disturbato, con i suoi abitanti che cercavano sempre di fregarti, o se davvero ho trovato nella gente qualcosa di speciale.

Carlo Capotorto di Bergamo in viaggio per il mondo - Laos
Allenamenti sul Mekong
Sul bus tra Vietnam e Laos c'erano altri turisti europei, che durante la ricerca per dove stare a dormire fortunatamente perdemmo di vista, e dopo questo breve incontro capitava (fortunatamente abbastanza raramente) di incrociare altri bianchi. Una sorta di avversione al turista europeo stava crescendo in me, perché vedevo situazioni poco piacevoli o sprechi di soldi spropositati per acquisti dubbiosi. C'è da dire che il periodo non era dei migliori, la stagione delle piogge se non erro era appena terminata (o stava per terminare...) quindi non c'era troppa gente in giro oltre agli abitanti locali e i prezzi erano molto più bassi rispetto alla stagione estiva. 

Carlo Capotorto di Bergamo in viaggio per il mondo - Laos
Santa signora degli arrosticini
Carlo Capotorto di Bergamo in viaggio per il mondo - Laos
Chiacchierando dell'Italia 
Trovammo una piccola guesthouse economica dove ci fermammo circa una settimana, giusto il tempo per visitare ben bene Vientiane, la capitale del Laos, e per fare il visto per il paese successivo: la Cambogia. Capimmo subito che eravamo nel posto giusto: qui la gente sembrava più tranquilla, rilassata, e il traffico era notevolmente ridotto rispetto al paese precedente; rinominammo dunque Laos People's Democratic Republic (P.D.R.) in Pleas Don't Rush = Perfavore Nonfare Difretta. La routine della scoperta era simile agli altri posti, cercammo quindi come prima cosa luoghi economici dove mangiare, poi cose da vedere, mercati e altro. Mangiammo spesso in due posti: un take-away vicino al fiume (in pratica una signora che arrostiva carne e altre schifezze) dove senza ritegno mangiavamo sticky rice sticks (bastoncini di legno con appallottolato del riso spalmato con olio e grasso di pollo e abbrustolito) e tanta carne stile arrosticini. Costavano pochissimo e come snack erano ottimi. Il secondo posto TOP era un ristorante locale. Non ricordo bene chi ci disse che davanti ad una grande banca c'era un posto casereccio dove la gente andava a mangiare in pausa pranzo e spesso era aperto anche la sera, ci indicò a grandi linee la strada e ci disse che se avessimo trovato la saracinesca un po' abbassata avremmo dovuto bussare che ci avrebbero aperto; e così facemmo. Una donna alzò la saracinesca e con un sorriso ci fece entrare nel suo ristorante: una sorta di grande garage con sedie e tavolini apparecchiati. La cosa ci spiazzò molto perché nello stesso luogo queste persone ci abitavano (ma non lo sapevamo, l'abbiamo scoperto dopo) e, senza batter ciglio, la donna ci portò una piccola lista con maccheroniche traduzioni in inglese (grazie a dio) dalla quale puntammo il piatto desiderato. Tutto era cucinato al momento, ma comunque molto veloce, e costava pochissimo. Ci trovammo così bene che anche il giorno dopo a pranzo tornammo ed il locale era affollatissimo (ma neanche l'ombra di un turista XD); credo che almeno una volta al giorno eravamo li a mangiare e provare strani piatti.

Carlo Capotorto di Bergamo in viaggio per il mondo - Laos
L'uovo fecondato!
Carlo Capotorto di Bergamo in viaggio per il mondo - Laos
Una fantastica cenetta... cosa bolle in pentola?
Sempre qui a Vientiane ho avuto il mio primo incontro ravvicinato con un baby duck egg: un uovo di anatra con dentro un fetino cotto al vapore. Si sbuccia la parte superiore, scoprendo la testina pelosa del feto d'anatra, si versa sale e pepe a piacimento e si sgranocchia carne e ossa. Il bianco dell'uovo diventa molto duro e c'è da sgranocchiare pure quello. Il primo impatto è stato davvero disgustoso ma, verso la fine della permanenza in Laos, mi ricrederò. Comunque il gusto è lo stesso, sa di uovo sodo.

Carlo Capotorto di Bergamo in viaggio per il mondo - Laos
Risollevando una barca affondata
Qualche giretto nei dintorni della città e poi di nuovo in marcia, sempre in bus (nostro prediletto mezzo economico) verso il centro del paese, a Savannakhét, dove scoprimmo non esserci praticamente nulla. Ma davvero, nulla. L'unica cosa positiva della tappa in centro Laos è stato un sacchetto d'erba nel cassetto della camera. Altro che bibbia XD. Scendemmo poi verso Pakse con l'intenzione di dirigerci subito al confine con la Cambogia, in un posto chiamato 4.000 islands, ma la malaria prese il sopravvento. Già. Credo fossimo a Pakse, non ricordo esattamente, ma senza troppo preavviso iniziammo entrambi a star male: un po' di vomito, dissenteria, febbre e dolori vari... decidemmo di andare in ospedale dove delle simpatiche infermiere che parlavano francese oltre alla lingua locale (e noi ovviamente di francese ZERO, giusto io lo capisco un pochetto ma proprio base base) dopo qualche esame ci prescrissero delle medicine rosa ricoperte di cioccolato (sembravano M&M, giuro) da prendere per un paio di mesi e queste pasticche miracolose fecero effetto quasi immediatamente (feci poi gli esami al ritorno e non vi erano più tracce di malaria ma il mio già scarso sistema immunitario s'era ulteriormente indebolito...!). Comunque, appena ci riprendemmo saltammo su di un pulmino che, dopo qualche ora di montagne russe, ci scaricò ad un piccolo porticciolo dove prendemmo un trasporto per Don Det

Qui restammo fino all'ultimo giorno del nostro visto. Don Det è collegata ad un'altra isola tramite in piccolo ponte e, girando in bicicletta, il giro di entrambe lo si poteva fare in circa mezz'ora. Non c'è nulla di speciale sull'isola se non la gente e, grazie anche alla bassa stagione, incontrammo forse un paio di turisti ed i prezzi erano davvero bassi: pagavamo un dollaro a testa per una bella stanzona con bagno in una palafitta. Il bello di questo luogo è che non c'è la corrente elettrica fissa, accendevano sporadicamente un generatore per collegare una televisione o uno stereo per la musica e qualche luce elettrica ogni tanto. C'é un barile pieno di benzina utilizzato dalle barche locali e da uno scooter che, sporadicamente, trasportava oggetti da vendere nel villaggio e poi tornava sulla terraferma grazie ad una chiatta. Punto. Non esistevano strade percorribili dalle macchine e tutto era lento, calmo, tranquillo. 

Carlo Capotorto di Bergamo in viaggio per il mondo - Laos
Rientrando a Don Det con la spesa
Carlo Capotorto di Bergamo in viaggio per il mondo - Laos
Con Keo
Accanto alla palafitta c'era un campo di loto (che ogni tanto raccoglievamo per mangiarne i dolci semi come noccioline) e appena fuori una stradina, che circumnavigava l'isola. Come consuetudine trovammo il posto più trash ed economico dove mangiare e diventammo subito amici della simpatica coppia che lo gestiva: Tia e Keo. Lui parlava abbastanza bene inglese (faceva la guida turistica durante l'alta stagione) ma lei molto poco, comunque si comunicava relativamente bene. Stavamo bene e ci divertivamo, facevamo sempre colazione da loro e il primo pasto del giorno erano... le uova fecondate di anatra! Rieccole! Ma stavolta sembravano diverse, forse era cambiato il mio gusto o queste erano più buone, non lo so, ma sta di fatto che furono la mia colazione per più di una settimana. Mangiammo bene e bevemmo Lao Lao (una specie di grappa locale molto, molto economica), ogni tanto cucinavamo noi per loro, ogni tanto non ci facevano pagare, ogni tanto facevamo qualche festino invitando mezzo paese. Era bello.
Carlo Capotorto di Bergamo in viaggio per il mondo - Laos
Io, Keo, il gatto, il riso e le uova.

Ricordo che un mattino molto presto andammo con Tia al mercato della terraferma. Riempimmo una barchetta dondolante di spesa con verdura, frutta, un pollo vivo e blocchi di ghiaccio enormi per conservare cibi e bevande. Comprai anche del tabacco locale (fortissimo e terribile) ed un sacchettone d'erba (leggera ed anch'essa molto economica). Conoscevamo tutto il paese, chi più chi meno, tanto che una sera ci invitarono alla cerimonia di un funerale. Le donne costruivano corone di fiori mentre gli uomini levigavano una grande bara e vi applicavano sopra una pellicola dorata; fecero fare anche a noi una piccola parte e poi ci fermammo parecchie ore a mangiare, bere ed ascoltare musiche e preghiere... non vidi lacrime ma sorrisi. Un'esperienza bellissima, anche se scaturita da una tragedia come la morte di una persona, che sono davvero grato di aver potuto fare.

Si faceva poco ma purtroppo il tempo continuava a volare per conto suo, quindi salutammo i nostri nuovi amici e tornammo sulla terraferma dove con degli scooter arrivammo al confine della Cambogia.  Pagammo il nostro classico dollaro per uscire dal paese ed il dollaro per entrare in quello nuovo, e poi... troveremo un mezzo di trasporto per arrivare da qualche parte? Cosa andiamo a fare in Cambogia? C'è qualcosa da vedere? E dove andremo poi?

Questo e tanto altro nel prossimo capitolo anche se vi dirò, è stato davvero difficile scegliere quali foto mostrarvi, ce ne sarebbero talmente tante che magari, più avanti, farò una bella raccolta per farvene vedere di più!

A presto.

Carlo "Charlie" Capotorto.

4 commenti:

  1. noo... che impressione le uova fecondate!!
    don det, in bergamasco: dove vai, mi fa ridere!
    e i grossi cuboni di ghiaccio mi hanno impressionata, quanto duravano?
    ciao ciao!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Si, inizialmente disgustose poi però non puoi farne a meno hehe!
      I cuboni solitamente duravano un giorno, venivano messi in grossi congelatori (senza corrente) insieme a tutto il cibo da tener fresco! :)

      Elimina
  2. Eh si, che dire mi sono innamorato anch'io del Laos. Alcuni posti sensazionali e la gente locale spettacolare.
    Complimenti, ottimo viaggio il tuo!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Felice di sapere che non sono il solo ad aver lasciato il Laos un pezzo di cuore!! Grazie! :)

      Elimina