Ecco il primo, apparso su "L'Eco di Bergamo" giovedì 20 novembre 2014. Dopo un giretto in ciclostazione non ho resistito a fotografare le numerose siringhe presenti nel parcheggio delle bici e nel parchetto antistante, in seguito poi ho scritto quanto segue e mandato tutto al giornale che mi ha pubblicato questa roba qua:
«L’orrore delle siringhe abbandonate. Bergamo, città che ignora i problemi»
«Il tempo delle pere era finito, ora sembra ricominciare con una marcia in più anche se cerca di nascondersi dietro i numerosi angoli bui della città».

«Deluso dall’indifferenza che ancora empiamente attanaglia il cuore di molte persone pronte a salvare Bergamo da inquinamento, povertà, sfratti, fame, criminalità, ingiustizie e violenza mentre si spostano in città con Suv da 200 g/km di emissioni di Co2, che vivono in grandi case mandando la colf a fare la spesa evitando come peste i discount e si rifugiano circondati da allarmi e sbarre alle finestre».
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L'interno del tombino |

«Forse è la mancanza di uno scopo, di una direzione, forse è la possibilità sfumata di proiettarsi in un futuro più lontano di tre settimane o tre mesi, forse è la paura di appartenere aduna generazione di disoccupati, o la paura del giudizio degli altri o...ci possono essere ancora decine e decine di motivazioni ma nessuna giustifica questo sfacelo».


«Come in ogni percorso quando siamo davanti a un problema dobbiamo affrontarlo e risolverlo, se lo ignoriamo quel problema rimarrà li e più il tempo passerà più sarà complicato risolverlo quindi cerchiamo di guardare la città dritta negli occhi e di sorriderle a volte, non è così difficile».
Carlo "Charlie" Capotorto
Ps.: Di tempo ne è passato un bel po', alcuni tossici sono rimasti, altri si sono spostati... dove sarà la concentrazione di siringhe oggi? Fatemi sapere con un commento se vi và, così vado a fare un giretto e magari scrivo un altro papiro al giornale.
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